Slegami il sorriso
Attorcigliami i pensieri
Oscurami i ricordi.
Disincagliami dalla follia.
Rammentami che c’è un presente urgente.
E una vita da vivere.
Ora.
(a mia figlia)
DISTRATTA ©
Slegami il sorriso
Attorcigliami i pensieri
Oscurami i ricordi.
Disincagliami dalla follia.
Rammentami che c’è un presente urgente.
E una vita da vivere.
Ora.
(a mia figlia)
DISTRATTA ©
Il vento che passa leggero
mi scompiglia i capelli e smuove il pensiero.
Adesso è preciso, deciso e costante,
s’increspa sul viso un’espressione distante.
Ricordo che era un giorno di sole assoluto
quando girando lo sguardo, ti ho visto, amato e voluto.
E’ bastato il tuo sorriso raggiante per farmi capire
che eri il Mio Uomo e non un semplice amante.
Vestito di bianco, in quella divisa, sconvolgesti i pensieri ..
in una notte improvvisa.
Adesso ti guardo, buttato sul letto,
sul viso tre rughe calcate ma non sono un difetto.
Mescolati ai capelli, hai sei fili argentati
e mi scintilla il sorriso
che i miei occhi com’allora sono ancora incantati.
Qualche anno è passato da quel giorno di sole accecante,
ma nulla è cambiato.
Il mio amore per te è ancora abbagliante.
Buon Anniversario, Amore.
B.
Beati
quelli che son gelidi all’amarezza.
Coloro che brindano a quella mia
e si sfamano di sorrisi
alitati da una vita pulita
ma che solleva polvere, a modo suo.
Vita forse fin troppo ordinaria per me.
Ma quei tipi là, i sogni, da svegli non li ricordano più.
Son già rarefatti.
I sogni miei invece indugiano
agganciati in uno spigolo
abbracciati al mio soffio notturno.
Da sempre.
DISTRATTTA
Quando mi sento soffocare
è il tuo tiepido respiro
tenero come l’azzardo
ad abbracciarmi
sospirandomi sul destino
come un refolo lontano.
Nel vuoto intorno
niente si ode.
E mentre affondo il capo
tra le carni ripiegate
la mente ricorda ancora
i misteri che offusco al mondo.
Pigramente nel silenzio
il cuore avverte
(un battito alla volta)
che il dolore
come seme in terra brulla fiorisce.
DISTRATTA
Il viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l’anima che non sa più dare un grido.
Ora i minuti sono eguali e fissi
come i giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d’acqua che rimbomba.
Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.
Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l’isole dell’aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell’ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l’avara mia speranza.
A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m’ode
salpa già forse per l’eterno.
(E. Montale)
Tu al mio fianco sulla sabbia
sei sabbia.
Tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima canto e sabbia.
Il mondo oggi è la tua bocca
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia essere felice.
Essere felice perché sì
perché respiro e perché respiri.
Essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice.
Io e basta.
Con o senza tutti.
Essere felice con l’erba e la sabbia.
Essere felice con l’aria e la terra.
Essere Felice.
(Pablo Neruda)
E ritorno da te.
Clandestina tra le tue rivelazioni
cerco segnali di te.
Del chiarore che al calare della sera annebbia
e già si adegua ad una nuova alba.
Ritorno da te.
Come l’altalena rimpatria parallela
alle sue severe corde.
T’inseguo tra le impronte
e nei segni delle mani aspirate
cercate, ingannate.
T’inseguo tra le cose che non ho
e tra quelle che sogno di avere
in una pagina già scritta, in una foto non ancora scattata.
Ti cerco nell’onda sulla riva
dove inconsistente cammino
con il cuore in rivolta.
Ti cerco tra le stelle ogni notte
prima di accostare le finestre
e prima di scoprirti tra miei sogni.
DISTRATTA
DIS.
Da una terrazza di mare rivedo te
i tuoi fiori coloriti come i quadri
con quella vita che ci disegni.
Te, che non corri il tempo
che come me hai capito che esso corre
ma non per questo tutti dobbiamo andarci appresso
a ritmo di formicai, di file indiane.
Te, che il dolore sai
ma l’hai sanato pezzo per pezzo
pazientemente
ricucendo le ferite del cuore
ma non celandole ne facendone un vanto.
Da una terrazza di mare rivedo te.
Lo sguardo triste dietro gli occhiali scuri
oppure con la risata dei ragazzini
come sei te.
Volo di quei gabbiani
che in una notte d’estate si fermò
sopra le pagine di questo libro
e che ci torna dopo burrasche e mare
distrattamente
ma sempre con in mente che il viaggio avanza
tra un caffè e una cicchina e una risata.
Nel fianco qualche spina
che quando ci sarà la toglierò come per me fai tu.
E rideremo ancora
sulla terrazza di mare che sorride
MARCO VASSELLI per DISTRATTA.
La tela “Notte distratta” è opera di DISTRATTA.
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