A Dis.
Quando sei quietamente immersa nel tuo laboratorio, di notte,
sembri un angelo e chiedo al sole di rimandare l’alba.
Se avessi la sfera magica, farei di te l’onda perfetta e del mare il tuo
mondo.
Tu sei quella che io non sono. Sei l’abbraccio. Sei quel sorriso in me
sfiorito. E se io fossi il mare, ti terrei sull’isola delle Speranze e guarirei le
tue ferite. Se fossi Arte, farei di te una statua d’avorio e rame.
Plasmerei le tue rughe, toglierei quel solco di dolore e farei de te l’icona
dell’amore.
Se irrimediabilmente scendessi nelle piaghe degli inferi farei del fuoco solo
ghiaccio per render fresca quella tua malinconia.
Sei nata dal dolore, sei cresciuta nel nome dell’amore, sei cosparsa di ferite,
sei TE che sorreggi me. Sei amica mia e oltre.
Tu SEI mare.
E niente di più bello questo mondo ha regalato mai.
Vento
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