Il regno del tricheco psichedelico
Il volteggiarsi dell’animo si spande in un singolo istante
un unico fruscio nell’estasi di un semplice rumore di labbra
che si insaporiscono
dell’io dentro nascosto.
Vuoti i discorsi e gli spergiuri
senza rimorsi seduti ad aspettarti
a perdonarti con le mani in mano
e le sirene a cantare dietro ai vetri
stropicciati da quel grande grigio
che di pisciare non resisteva più.
I colori del mio umore
e quella solitudine delle scarpe accanto l’uscio,
l’ho chiamata empatia.
I segni sui calendari presi a calci spariranno
così le croci dei tramonti e dei miei vizi
fino al limbo che ci separa tutti
proprio lì sul precipizio
da quell’io
dal me
e dal mio eros.