Respiro tenacemente solo la mia essenza.
Tutto mi è distante.
Respingo abbagli, esigenze e doveri
che perpetuamente
come sirene di Ulisse
echeggiano considerazione.
Ostinata genero percezioni
mai comprese
(da stabili esistenze e da presenze barcollanti)
rifiutando distrazioni
per raccogliermi sostanzialmente sulla mia, distrazione.
Schernisco l’idea di riflettermi
su presunte schegge di vetro
così l’animo mio
finalmente si placa.
DISTRATTA
perché la tua, di essenza, non ha bisogno di altri sotterfugi
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Ma non si scappa Dis… e se Distratta sei nelle tue di distrazioni… altre ti tangono e chiedono giustizia di interpretazioni.
Forse solo fugaci schegge dell’esistenza che ti ditraggono di più… ma che comunque ti tangono e ti segnano.
E’ il senso della vita che… di specchi ha ben poco… escluso quando le cose ci scivolano addosso perchè vogliamo che scivolino… e allora siamo specchi comandati dal deliro della sopravvivenza in un mondo che ci siamo costruiti.
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questo testo mi piace davvero tanto. Accontentati del complimento elementare, poco connotativo, per favore, sono in quaresima di sbrodolate… ma dammi l’occasione di emulare commenti altrui e di scrivere anch’io: “tangono”.
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Riflettersi…come una luce e non come un’abbaglio!!
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perchè ogni volta che vengo a leggerti resto stupito? Ti abbraccio amica mia, sei bravissima
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